Il sindaco di Arena, Antonino Schinella, ha pubblicato – sul post facebook di 'Amministrazione comunale di Dasà' – la risposta a quello che è stato definito “un incomprensibile sfogo” da parte del primo cittadino del paese vicino. Al centro della polemica, il bando 'Sport e periferie', con un riferimento anche alla società calcistica Ada.
L'amministratore arenese, che ha scelto di replicare “mio malgrado” attraverso una pagina istituzionale, ripercorre i fatti a partire da un episodio che considera determinante: secondo la sua ricostruzione, il capo dell'esecutivo dasaese avrebbe fatto circolare in un gruppo di dirigenti e calciatori dell’Ada una delibera, che lasciava intendere il riconoscimento di un contributo economico da parte del Comune di Dasà. Una mossa che avrebbe spinto il suo Comune a fare altrettanto, diventando – sostiene Schinella – “l’unico ente del comprensorio a riconoscere un contributo economico alla squadra di calcio”.
Una delibera che, secondo Schinella, si è poi rivelata un “falso”, “un clamoroso bluff”, e ha spinto il sindaco del borgo montano a prendere le distanze da future collaborazioni con determinati interlocutori. Tuttavia – racconta ancora Schinella – due mesi fa, su richiesta del collega di Dasà, è tornato sui suoi passi e ha dato la propria adesione a un’iniziativa congiunta, formalizzata con la delibera di Giunta n. 28 del 28 maggio 2025.
A suscitare ulteriore indignazione è stata la tempistica: secondo Schinella, il Comune di Arena è stato contattato dagli uffici di Dasà solo oggi alle ore 12:04, ovvero quattro minuti dopo la scadenza delle domande per l’avviso pubblico oggetto dell’accordo. “Dal 28 maggio ad oggi – chiede polemicamente – l’Amministrazione comunale di Dasà cosa ha fatto?
Il politico mette anche in discussione la competenza amministrativa di Scaturchio, chiedendosi se conosca davvero il significato di “immediata eseguibilità degli atti” e perché non si sia preoccupato della sottoscrizione dell’accordo allegato alla delibera. “Non si tratterà di un nuovo bluff?”, conclude Schinella, firmando il suo comunicato con nome e cognome e sottolineando con forza: “Io mi firmo, non mi nascondo dietro pagine istituzionali”.