La Penna Rossa

É arrivata l’estate, ma non la depurazione: tre comuni, un impianto muto e un pericolo reale

Il problema irrisolto da anni rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale
23/06/2025
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L’estate è arrivata, ma con essa non arriva solo il caldo: sale anche la preoccupazione nei comuni di Acquaro, Arena e Dasà per il mancato avvio del depuratore consortile, ancora oggi completamente fermo. A lanciare l’allarme è il sindaco di quest'ultimo centro, Raffaele Scaturchio, che ha inviato un sollecito ufficiale a Regione Calabria, Prefettura, commissario straordinario unico per la Depurazione e colleghi dei territori interessati.

La struttura, pensata per servire in maniera congiunta le tre comunità del Vibonese, resta non operativa nonostante le ripetute segnalazioni e richieste avanzate nei mesi scorsi. «Ad oggi – scrive Scaturchio nel documento ufficiale – l'opera risulta ancora non funzionante».

Un quadro che preoccupa seriamente le amministrazioni locali, soprattutto in vista dell’aumento stagionale della popolazione e dei consumi. Le ricadute potrebbero essere gravi, sia dal punto di vista igienico-sanitario sia ambientale. «La richiesta di un intervento immediato – prosegue il politico – è motivata dalla necessità di evitare gravi danni».

Non si tratta solo di una questione tecnica: in gioco ci sono la tutela del territorio, la salute pubblica e la vivibilità stessa dei centri abitati. Il rischio, se la situazione non si sblocca, è che le acque reflue restino non adeguatamente trattate, con potenziali contaminazioni nei corsi d’acqua e gravi impatti sull’ecosistema locale.

L’iter per la realizzazione dell’impianto ha avuto inizio nel 2009, con il completamento avvenuto dieci anni più tardi. Il meccanismo di smaltimento situato nel comune di Acquaro, però, è funzionato solo per un breve periodo. Per la sua costruzione la Regione Calabria ha stanziato una somma superiore al milione di euro; da tempo, come predetto, la gestione è affidata a un commissario nominato dal Governo centrale, mentre gli enti territoriali non dispongono di alcun potere o responsabilità in merito.

Il comune capofila è Dasà, che da anni invia numerose segnalazioni. Le reti fognarie dei tre paesi non vengono adeguatamente trattate e, in caso di forti precipitazioni, la condotta otturata provoca lo sversamento di liquami sulle strade. Uno scarico a cielo aperto, le cui ricadute negative non riguardano solo gli abitanti locali: il fiume Mesima – la cui foce, paradossalmente, è stata istituita riserva naturale regionale nel 2022 – sfocia nel Golfo di Gioia Tauro, contaminando tra gli altri anche i mari della stessa città e Nicotera.

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