Può un piccolo pacco di chiacchiere, dal valore reale inferiore ai 5 euro, arrivare a costare 40 euro, e per giunta con piena soddisfazione dell’acquirente? La risposta è sì, a patto che il contesto sia quello degli incanti votivi, l’unico evento sociale intramontabile delle Preserre vibonesi. L’episodio narrato in apertura – avvenuto a Dasà – è solo uno dei tantissimi casi che si verificano in questo genere di manifestazioni in tutti i comuni della zona.
Un fenomeno antropologico capace di resistere a tutti i mutamenti della società e, soprattutto, di attrarre un pubblico intergenerazionale. Partecipando a queste iniziative, non è raro incontrare adolescenti, una fascia d’età spesso considerata lontana da tali dinamiche. “Ci divertiamo”, “ci facciamo due risate”: queste sono alcune delle frasi più comuni tra i giovani che frequentano gli incanti, che, tra l’altro, non sono certo eventi brevi. Ad Acquaro, Dasà e Dinami, le manifestazioni si svolgono in piena estate, periodo già ricco di appuntamenti nel territorio. Basterebbe questo a spiegare la rilevanza di tali eventi, ma analizzando più nel dettaglio, i motivi del loro successo diventano ancora più chiari.
Il principale motivo del successo è legato all’accessibilità. Gli incanti votivi abbattono qualsiasi barriera sociale o economica grazie a un “sistema ad incastro” sorprendentemente semplice: qualsiasi dolce, animale o oggetto – a prescindere dalle dimensioni o dal valore – può essere offerto al santo o alla Madonna come voto, segno di fede o semplice partecipazione alla festa. Questo consente anche a chi ha poche risorse di contribuire.
Lo stesso principio vale per le offerte in denaro, ma dietro il “voto” c’è spesso un lavoro fatto in casa, una storia personale, un trasporto emotivo maggiore rispetto alla classica offerta. In altre parole, c’è “più vita”. La dinamica funziona allo stesso modo per chi partecipa all’asta votiva: i prezzi di partenza sono volutamente bassi, ma il compratore è libero di aumentare l’offerta come desidera, decidendo quando fermarsi e definendo di fatto il reale valore dell’oggetto. Questo capovolge le regole del mercato tradizionale e concede una libertà d’azione – sia a chi offre sia a chi compra – che è alla base del successo di queste manifestazioni.
Un altro fattore chiave è la calendarizzazione. In tre paesi su cinque analizzati – Acquaro, Arena, Dasà, Dinami e Limpidi – gli incanti si svolgono nella calda stagione: il 16 agosto a Dinami, il 17 agosto a Dasà e il lunedì successivo alla festa, sempre ad agosto, ad Acquaro. Il ritorno degli emigrati gioca un ruolo importante, ma la vera spinta viene dalla possibilità di contribuire direttamente e in prima persona alla vita del proprio comune. Acquistare un oggetto di persona o inviare un’offerta da remoto e consegnarla “per manus” genera un coinvolgimento emotivo completamente diverso rispetto al semplice pagamento telematico.
A completare il quadro c’è l’organizzazione essenziale. Il metodo degli incanti è minimalista: musica quasi assente e totale assenza di frenesia. L’evento richiama i raduni popolari degli anni ’50 e ’60, quando bastava riempire le piazze per creare allegria. Un approccio lontano dalle manifestazioni odierne, che di solito scoraggerebbe i più giovani, ma che qui riesce comunque ad attrarre tutte le età.
I numeri confermano quanto detto. Il comune con maggiori introiti è Acquaro: dedicati a San Rocco, santo patrono della comunità, festeggiato la domenica successiva al 16 agosto, gli incanti 2025 hanno fruttato 3.599 euro.
Arena registra invece il dato più rilevante: la manifestazione, dedicata allo stesso santo, si svolge la seconda domenica di ottobre. Non è la festa principale del paese (se l’iniziativa fosse stata legata alle celebrazioni per la Madonna delle Grazie o per San Michele, probabilmente la storia sarebbe stata diversa). L’incasso di quest'anno ha raggiunto comunque 3.053 euro, segno di una devozione profonda da parte degli arenesi verso il taumaturgo di Montpellier.
A Dasà gli incanti, anch’essi dedicati a San Rocco, hanno raccolto 2.744 euro. A Limpidi, frazione di Acquaro, fanno invece parte della festa della Madonna del Rosario, festeggiata la seconda domenica di ottobre. Poche settimane fa hanno portato 1.935 euro, un risultato ragguardevole considerando il numero di residenti.
Dinami ha fruttato 1.900 euro con l’asta dedicata a San Rocco, ma la festa più sentita resta quella della Madonna della Catena, che i dinamesi onorano la seconda domenica di luglio. È una festa molto sentita in tutto il circondario, e tantissimi abitanti nativi del posto tornano in questa occasione nel centro vibonese. Conseguentemente a ciò, le attività del mese successivo registrano una notevole, seppur minore, presenza di turisti. Ecco perché anche questo dato è significativo.
In termini di cifre raccolte, gli incanti rappresentano l’iniziativa sociale “in salsa locale” più redditizia per ogni centro. Le feste patronali registrano sì numeri maggiori, ma includono più attività di finanziamento. Sagre e riffe si avvicinano – e talvolta superano di poco – questi incassi, ma in quei casi c’è un contributo consistente anche da parte di persone provenienti da altri comuni o posti della Calabria.